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Fibromi e sterilità

Il fibroma uterino (chiamato anche mioma, fibromioma o fibroleiomioma) è una formazione solida a carico della parete dell’utero; si tratta di un tumore benigno che origina dal tessuto muscolare e fibroso dell’utero.
I fibromi sono ormondipendenti, cioè crescono lentamente sotto lo stimolo degli ormoni femminili e dopo la menopausa tendono, quindi, a regredire spontaneamente. Interessano circa il 20% delle donne in età fertile e sono la più frequente causa di isterectomia (asportazione chirurgica dell’utero).

Alcuni fattori di rischio sono: etnia Afroamericana, obesità e nulliparità, cioè non aver avuto gravidanze.

fibroma uterino fertilità

Sintomi

La maggior parte dei fibromi (75%) uterini è asintomatica, il che significa che le donne non lamentano sintomi di alcun genere. In altri casi (25%), invece, le donne affette possono accorgersi del tumore a causa di perdite intrauterine eccessive (ipermenorrea): la mestruazione è abbondante ed il ciclo dura più a lungo.
Data l’abbondante e prolungata perdita ematica, non mancano i casi di anemia. Una tipologia particolare di fibroma uterino, il fibroma peduncolato, comporta dolore causato dall’andamento attorcigliato del tumore.
Un altro campanello d’allarme è rappresentato dalla sensazione di gonfiore addominale associato ad una pesantezza anomala localizzata al basso ventre; ancora, fastidio, stipsi e dolore alla minzione potrebbero essere fattori correlati alla manifestazione del fibroma all’utero.

Diagnosi del fibroma uterino

La diagnosi è semplice: la visita ginecologica può dare qualche indicazione ma è l’ecografia transvaginale l’esame che permette di valutare la presenza, il numero, la dimensione e la posizione dei fibromi. L’ecografia transvaginale 3D e la risonanza magnetica sono strumenti che possono aggiungere accuratezza e precisione alla diagnosi.

I fibromi si distinguono, a seconda della localizzazione, in:

  • sottosierosi: nella porzione più esterna dell’utero
  • intramurali: nello spessore della parete uterina
  • sottomucosi: al di sotto dell’endometrio, che sporgono nella cavità intrauterina
  • peduncolati: esterni all’utero, collegati alla parete con un peduncolo.

Fibromi e sterilità

La sterilità può essere attribuita alla presenza di fibromi in diversi casi. Un fibroma può impedire la fecondazione quando è localizzato vicino agli osti tubarici: bloccando l’ingresso nelle salpingi, non permette l’incontro tra spermatozooi e ovocita.

Se il fibroma è sottomucoso, interessa cioè la cavità intrauterina, può rendere difficoltoso l’annidamento dell’embrione e causare aborti precoci. La presenza di fibromi può anche provocare parti prematuri, difficoltà nella crescita del feto e emorragie post-partum.

Trattamento

Il trattamento definitivo dei fibromi uterini sintomatici è rappresentato dall’isterectomia, cioè l’asportazione dell’utero; ovviamente, questa non è un’opzione percorribile per pazienti in età fertile. La terapia in donne che cercano una gravidanza consiste nell’asportazione degli stessi fibromi, conservando l’utero: se sottomucosi o intracavitari vengono rimossi chirurgicamente con l’isteroscopia operativa (uno strumento a fibre ottiche che entra dentro la cavità dell’utero, attraverso la vagina, e permette di asportare il fibroma facendone delle “fettine”); quando i miomi sono sottosierosi o intramurali, numerosi e di grandi dimensioni si asportano in laparoscopia (intervento chirurgico addominale miniinvasivo, senza l’apertura della parete addominale) o in laparotomia (con l’apertura della parete addominale).

Esistono anche trattamenti meno invasivi, ma non adatti a donne in cerca di gravidanza: l’embolizzazione dei vasi che nutrono i miomi o la terapia medica, che inducendo la menopausa, elimina la stimolazione ormonale.

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