Tecnica chirurgica che permette di visualizzare, diagnosticare e trattare le patologie interne delle articolazioni per mezzo di una o più piccole incisioni, l’artroscopia rappresenta un’importante frontiera medica e scientifica per il trattamento delle lesioni al ginocchio: caratterizzata da semplicità, tagli piccoli, convalescenze brevi e non eccessivamente dolorose, ma soprattutto interventi non invasivi, l’artroscopia ha un funzionamento molto intelligente ed innovativo che permette al paziente di affrontare il problema delle lesioni al ginocchio in tempi e modi abbastanza semplici.
Tecnica di esecuzione
Si procede eseguendo un’incisione (o più incisioni) che permetteranno di scoprire la presenza di eventuali lesioni: attraverso una delle incisioni, si introduce una sonda del diametro di55 mm., collegata ad una telecamera, a sua volta collegata ad un monitor, che permette di visualizzare l’interno dell’articolazione. In questo modo, è possibile “navigare” all’interno dell’articolazione ed evidenziare la presenza di lesioni meniscali, legamentose, cartilaginee, ecc., lesioni che potrebbero anche non esser state evidenziate da indagini strumentali, anche altamente raffinate, quali TAC e Risonanza Magnetica.
Attraverso una o più incisioni successive è pertanto possibile introdurre vari strumenti, il cui scopo è quello di aiutare nella riparazione delle lesioni.
Ma quali sono le lesioni interessate da questo genere di interventi?
In generale, si parla di lesioni al menisco che possono essere di vario tipo: si va dalle lesioni del menisco mediale alle lesioni del menisco laterale, con frequenze molto differenti tra loro.
Lesione del menisco mediale e laterale
Infatti, quella più frequente, ovvero quella che si verifica con maggiore frequenza è senza dubbio la lesione del menisco mediale: questo tipo di lesione interessa una percentuale di popolazione più alevata rispetto a quella interessata dalle lesioni del menisco laterale, per ragioni che possono rintracciarsi nell’anatomia stessa del menisco mediale, che si adatta meno (rispetto al menisco laterale) alle dislocazioni.
Inoltre, sussiste nelle lesioni del menisco mediale, una maggiore frequenza di traumatismi in valgismo del ginocchio: si tratta pertanto di situazioni molto delicate, che vanno affrontate con la giusta sensibilità ma anche con un corretto approccio medico.
Una delle particolari complicazioni legate alla non cura di questa lesione è data dal fatto che il menisco mediale potrebbe andare incontro ad una sorta di degenerazione, perché viene maggiormente consumato durante l’attrito che si sviluppa tra tibia e fermore quando essi non sono completamente allineati. Comune in particolare nei soggetti di circa 40 anni, la lesione del menisco mediale comporta dolori, tumefazione, difficoltà nella funzionalità del ginocchio: la diagnosi è tuttavia un percorso molto delicato, che può essere semplificata se si è in presenza di un blocco articolare come nelle lesioni a manico di secchia, oppure complicata dalla presenza di lesioni degenerative.
Diagnosi
Per la diagnosi, si utilizza generalmente un test chiamato test di Steinman: esso prevede che il paziente stia sdraiato sul lettino, con il ginocchio flesso a 90°, al quale vengono eseguiti movimenti di extrarotazione del ginocchio i quali comportanto dolore all’emirima mediale se si è di fronte alla lesione del ginocchio mediale.
Per quanto riguarda invece la lesione del menisco laterale, la diagnosi in questo caso viene eseguita per mezzo della risonanza magnetica quando lo specialista, in autonomia, non riesce a determinare la presenza di questa lesione. Si tratta, come abbiamo anticipato, di una lesione meno frequente rispetto a quella del menisco mediale: la ragione principale sta nel fatto che, a differenza del menisco mediale, quello laterale riesce con più facilità a sopportare gli spostamenti, anche perché è più grande.
In ogni caso, la terapia migliore e più innovativa per la cura di queste lesioni è l’artroscopia, attraverso la quale è possibile procedere alla riparazione delle lesioni.
Tempi di recupero
I tempi di recupero di un intervento artroscopico diagnostico o per il trattamento di lesioni meniscali o cartilaginee di modesta entità sono generalmente brevi, ed hanno una durata di circa due settimane. Nel caso di un imprevisto riscontro di una lesione dei legamenti crociati (o di altre patologie imponenti, come ad esempio una cospicua compromissione cartilaginea), che comunque non rivestono il carattere di urgenza, queste non vanno riparate al momento, poiché non sarebbe sufficiente l’anestesia locale praticata e si allungherebbero comunque in modo notevole i tempi di recupero funzionale e di ripresa dell’eventuale attività fisica e/o lavorativa (si tratta comunque di alcuni mesi), contrariamente a quanto concordato; potranno comunque essere riparate, eventualmente, in tempi successivi.
Nel caso in cui le patologie riscontrate risultassero in parte o del tutto irreparabili si potrà avere un risultato finale del tutto o in parte insoddisfacente, pur in presenza di una prestazione correttamente condotta. Non è raro che nei giorni successivi all’intervento si formi all’interno del ginocchio un versamento di liquido (sangue o sinoviale), in ogni caso facilmente aspirabile in maniera ambulatoriale (artrocentesi), che non rappresenta una grave complicanza.
A proposito di complicanze, quelle che maggiormente si possono presentare in seguito ad una artroscopia sono generalmente infezioni, marcato e persistente gonfiore, tromboflebite delle vene della gamba interessata, rottura di strumenti durante l’intervento all’interno dell’articolazione, embolia polmonare.
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