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Aurora Test

Aurora Test

AURORA test è l’esame prenatale che si effettua sul DNA fetale. Si tratta di uno screening prenatale non invasivo e quindi privo di rischi sia per il feto che per la mamma. Con un semplice prelievo di sangue materno periferico a partire dalla 10a settimana di gestazione si possono individuare nel feto:

  • le più frequenti aneuploidie a carico dei cromosomi autosomici (esempio sindrome di Down e altre trisomie) e dei cromosomi sessuali;
  • le aneuploidie di tutti gli cromosomi non sessuali (dal cromsoma 1 al cromosoma 22);
  • le Aneuploidie Autosomiche Rare (AAR) e le Delezioni e duplicazioni ≥7 Mb
  • il sesso del nascituro (a discrezione dei genitori).

più sicuro: nessun rischio di aborto rispetto a test invasivi, es. amniocentesi e villocentesi;
più affidabile: rispetto ad altri test non invasivi (es: Bi-test);
veloce: risultati in 5 giorni lavorativi;
precoce: eseguibile dalla 10ª settimana di gravidanza.
… e con risultati più chiari (assenza/presenza di aneuploidia cromosomica) rispetto ai test di screening non invasivi del 1° e 2° trimestre, che forniscono percentuali di rischio (alto/basso rischio).

Quando si scopre di essere in dolce attesa sono tante le domande che i futuri genitori si pongono sulla salute del proprio bambino.
Esistono diversi esami che permettono di avere risposte sullo stato di salute del feto già dal primo trimestre di gravidanza e si suddividono tra test di screening (non invasivi) e di diagnosi prenatale (esami invasivi).
Aurora è il test di screening prenatale non invasivo di ultima generazione basato sull’analisi del DNA fetale. Si tratta di un esame completamente sicuro per la salute di mamma e feto, che rileva con un’elevata affidabilità la probabilità che il piccolo sia affetto da anomalie cromosomiche. Aurora, infatti, permette di scoprire con una sensibilità maggiore del 99,9% per le trisomie più frequenti (quali T21, T28 e T13). Il tutto avviene tramite l’analisi di un campione di sangue della gestante, nel quale si possono trovare frammenti di DNA del feto: grazie all’innovativa tecnologia di sequenziamento del genoma umano, infatti, è possibile individuare le più diffuse anomalie nei cromosomi del feto.

Fra gli altri esami di screening non invasivi si possono trovare il Bi test e la translucenza nucale: questi test prevedono la combinazione di un esame del sangue materno, dal quale rilevare i livelli di due proteine specifiche associate ad anomalie come la sindrome di Down, a un esame ecografico che permette di individuare possibili difetti associati alla presenza di trisomie.  La loro affidabilità rispetto al test Aurora è molto bassa, è compresa infatti tra il 60% e il 90%.

I test di diagnosi prenatale invasiva sono strumenti che permettono di avere un esito diagnostico sulla presenza di anomalie, tuttavia la loro invasività comporta inevitabilmente una percentuale di rischio di aborto, che può variare a seconda delle tecniche usate.
Tra gli esami di diagnosi prenatale invasiva si trova l’amniocentesi, che si effettua prelevando un campione di liquido amniotico tramite l’inserimento di una siringa nel ventre materno. In questo liquido si trova il DNA del feto, dal quale è possibile rilevare la presenza di anomalie. Questa tecnica tuttavia presenta un rischio di aborto che arriva all’1% dei casi.
Fra le altre tecniche invasive troviamo la villocentesi: questa si effettua inserendo un ago nel ventre materno per prelevare campioni di villi coriali (ossia piccole porzioni di placenta), la cui analisi permette di individuare anomalie genetiche o cromosomiche. Questa tecnica può arrivare a una percentuale di rischio di aborto dell’1-2%.

Perché scegliere il test prenatale Aurora?

Perché è un test completamente sicuro per la salute del bambino e della mamma e può essere eseguito precocemente rispetto agli altri esami, ossia dalla 10° settimana di gravidanza. Inoltre permette di ricevere gli esiti del test già dopo 5 giorni lavorativi: oltre a rilevare le principali trisomie, Aurora offre la possibilità di conoscere il sesso del feto.